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Il Nippon Kempo (“Via del Pugno/Boxe Giapponese) è un'arte marziale nata ad opera del maestro N. Sawayama nel 1932. Prevede l'esecuzione di tecniche di particolare efficacia: calci, pugni, proiezioni, lussazioni, leve articolari e combattimento corpo a corpo sia in piedi che a terra. E' un arte marziale totale e sicura, in quanto viene praticata tramite l'ausilio di corazze le quali permettono un combattimento reale e in sicurezza. La sua grande completezza assicura a chi lo pratica la possibilità di affrontare qualsiasi situazione avversa, potendo contare su una forte sicurezza ed un notevole autocontrollo. Vista la sua efficacia viene insegnata aell'esercito e alla polizia giapponese.
Per quel che riguarda la sue origini, bisogna andare molto lontano, all’interno della storia cinese, che copre più di 5000 anni. Il dato più degno di nota e’ che l'Arakan-Ken, l’esercizio per fortificare lo spirito e la mente che Darma, un monaco buddista di origini indiane, il fondatore della setta Zen, faceva fare ai suoi discepoli del Tempio Shorin, si diffuse su tutto il territorio della Cina con il nome di Kempo cinese ed assunse forme diverse secondo la regione, rinascendo modificato in Giappone nel 1947 con il nome di Shorinji Kempo.
In Giappone, fra il 300 e il 500 d.C., si pratica un tipo di combattimento corpo a corpo definito Sumai che in giapponese antico significa «sferrare colpi con i piedi e con le mani». Il Sumai si svolgeva all’interno di uno spazio delimitato da quattro colonne fra loro unite da una corda, forma simile al ring del pugilato moderno.
Nel 700 furono aboliti calci e pugni da questo pericoloso combattimento corpo a corpo e naque la versione odierna del Sumo.
Il 1868 è, l’anno della Restaurazione Meiji, cominciano ad emergere e a diffondersi movimenti che trasformano gli antichi combattimenti corpo a corpo giapponesi in discipline di educazione fisica o sportive.
Agli inizi del 1900 Jigoro Kano introdusse lo Judo nel Kodokan e lo suddivise in dan, cosa che poi ispirò anche altre discipline analoghe.
Nel 1922 Gichin Funakoshi giunse a Tokyo da Okinawa e diffuse il Karate.
In questa cornice Masaru Muneomi Sawayama (1906-1977), il padre del Nippon Kempo, osservò che dal Judo erano stati aboliti movimenti rischiosi come tsuki (pugni) e keri (calci) e che il Karate si concentrava più sulle kata (forme) senza essere un vero e proprio combattimento.
Cominciò quindi a pensare a come ottenere un tipo di combattimento reale nel quale però non vi fossero pericoli. Il risultato della sua ricerca fu un tipo di combattimento corpo a corpo in cui la presenza di una protezione permetteva il mantenimento di tecniche (waza) come tsuki, keri, nage e gyaku.
Nel 1932 questo tipo di combattimento assunse il nome di Nippon Kempo.
Nella lunga storia dei combattimenti a mani nude l’introduzione di una protezione per il corpo rappresentò una vera e propria svolta.
Nel 1936 ad Osaka, si tenne il primo torneo di Nippon Kempo fra gli studenti dell’Università Kansai e quelli dell’Università Kuansei Gakuin.
Nel 1953 Ryonosuke Mori, discepolo di Sawayama, favorì la diffusione del Nippon Kempo nella zona di Tokyo e attualmente il Giappone vanta, soprattutto nelle tre città principali (Osaka, Tokyo, Nagoya), la presenza di circa 100 università, 50 scuole superiori e più di 100 centri in cui si pratica questa disciplina.
Il Nippon Kempo è un’arte marziale che, nonostante la sua modernità, conserva lo spirito ed i valori delle antiche forme di combattimento dei samurai.
Il saluto (Rei), e’ parte fondamentale del Nippon Kempo ed è fatto ogni volta all’inizio e alla fine di tutte le lezioni, tutte le volte che si comincia o si finisce un esercizio o un kata ed è un’espressione di rispetto, cortesia, umiltà e educazione.
Non meno importante e’ un altro gesto, di antiche origini, ed e’ il Mokuso, la meditazione taciturna che ha luogo all’inizio e alla fine di ogni lezione ed ha il compito fondamentale di lasciare all’esterno del Dojo tutto ciò che potrebbe impedire una buona lezione.
Nel Dojo si entra scalzi dopo aver lasciato le proprie calzature in bell’ordine, disposte con la punta verso l’uscita; si passa la soglia con il piede sinistro entrando, col piede destro all’uscita, ed entrati si esegue il saluto con l’inchino. Questo ha la funzione di marcare il passaggio interiore da un’attitudine mentale ad un'altra, solo cosi’ si può imparare meglio.
Il Nippon Kempo e’ un’arte marziale composta da Kata (forme ben precise da esguire) e Kumite o Shiai (combattimento): e’ indispensabile praticare entrambe queste due cose per arrivare ad un livello accettabile di conoscenza. I Kati si praticano singolarmente, a coppie, a tre e quattro persone e sono imparati in ordine progressivo secondo la loro difficoltà. Essi riassumono al loro interno tecniche di Shintai (spostamenti), Atemi (colpi), Kumi (prese), Ukete (parate), Nage Waza (proiezioni) e Kansezu Waza (leve o lussazioni).
I Kata sono ottimi esercizi per il fisico ma non solo, sono un insieme di rapidità e precisione e tendono alla ricerca della perfezione gestuale e sono l’anima del Nippon Kempo.
In ogni lezione qualcosa del Kata deve passare allo Shiai (posizione, respirazione, armonia, distanza e velocità) e viceversa (decisione, potenza, tempo e continuità dell’azione).
Il Nippon Kempo è una pratica pura ed originale per penetrare a fondo gli aspetti fisici, mentali e spirituali delle arti marziali, alla cui base vi sono la riconoscenza ed il rispetto degli altri.
Uomini e donne che attraverso l’esercizio raggiungeranno la forza dello spirito e della mente non utilizzeranno le tecniche apprese a fini aggressivi.